Vita da mamma: intervista con @arifernweh

Vita da mamma: intervista con @arifernweh

Celebrare la maternità è al centro di tutto quello che facciamo qui a Merci Maman, ed essendo parte integrante dell'identità del nostro marchio, riteniamo indispensabile che la maternità sia in primo piano in tutto ciò che facciamo. Dal nome stesso dell'azienda, le campagne pubblicitarie, fino alle collezioni e le vostre dolci parole incise a mano, non ci stanchiamo mai di condividere le varie sfaccettature del diventare madre. Quest'anno abbiamo lanciato la nostra campagna annuale intitolata #MyJourney, che consiste in una collezione di viaggi verso la maternità delle mamme della nostra community.

Abbiamo fatto due chiacchiere con Arianna Ligas, conosciuta su Instagram come @arifernweh che ci ha raccontato il suo Journey verso la maternità, tra momenti di gioia e altri impegnativi, e soprattutto il suo impegno nel combattere gli stereotipi legati alla figura della mamma. Continuate a leggere per saperne di più.

  • Presentati per chi non ti conosce

 Ciao a tutt*! Mi chiamo Arianna, ho 31 anni (anche ne dichiaro 30 da circa 5 anni per arrotondare) e sono una romana trapiantata a Venezia (si, quella con l’acqua) per amore. Qui vivo con un marito, una figlia di 3 anni che ha dato nuovo significato alla parola pazienza e covo l’arrivo di un’altra piccola per febbraio.  

  • Com’è stato il tuo viaggio verso la maternità?

Paragono il mio viaggio verso la maternità a una faticosa camminata in montagna. I miei piedi non erano abituati, le scarpe strette, il fiato poco allenato. Il sentiero era accidentato e molto, molto solitario e più di una volta ho pensato di non farcela. Quando finalmente il sentiero ha iniziato a farsi pianeggiante, ho cambiato scarpe e conosciuto davvero mia figlia, la mia compagna di viaggio, il panorama si è fatto mozzafiato.

  • Qual è l'aspetto più gratificante e quello più impegnativo della maternità?

Osservare in prima fila un essere umano che cresce, sviluppa la propria personalità, si confronta con il mondo, è per un’esperienza impagabilmente gratificante. Mia figlia è lo spettacolo più spaventoso, meraviglioso e stimolante a cui abbia mai avuto il privilegio di assistere. Ma cercare di crescere come individuo, con le mie insicurezze e imperfezioni, ed essere contemporaneamente modello di crescita per qualcun altro è sicuramente uno degli aspetti più impegnativi del mio viaggio di maternità. 

  • Su Instagram ti impegni molto a sdoganare gli stereotipi sulla maternità e a combattere le pressioni imposte dalla società sulle madri. Sei sempre stata cosciente di questi bias o è stata la maternità ad avvicinarti a questa causa?

Sono sempre stata molto sensibile a temi come la parità di genere, il rispetto dell’unicità di ogni persona e contesto e ho sempre amato la complessità. Diventare madre mi ha posta con forza di fronte a una situazione sociale di totale squilibrio verso le madri non solo a livello di welfare ma anche e soprattutto a livello di peso delle aspettative e di narrazione parziale ed edulcorata di un viaggio, la maternità, che invece presenta milioni di sfaccettature e nessuna ricetta preconfezionata per “fare bene”.

  • Quali sono secondo te gli stereotipi più dannosi legati alla figura della madre?

Mi preoccupa molto lo stereotipo per cui una madre sia biologicamente e naturalmente più propensa alla cura e all’accudimento e trovo sia il bias più pericoloso alla base dei molti squilibri sociali della nostra cultura (congedi di paternità inesistenti, strutture di asili non adeguate, rischi di perdita del lavoro quando si diventa madri). Mi preoccupa molto anche la convinzione per cui esistano scelte di accudimento universalmente migliori di altre senza tenere conto dell’unicità e della complessità di ogni singola relazione madre-figlio. 

  • C’è qualcuno che ti ispira nella vita?

Ogni persona che ho incontrato, libro che ho letto, film che ho visto, ha contribuito a creare in me stimoli e ispirazioni ma no, non c’è una figura in particolare che lo ha fatto.

  • Cosa ti ha insegnato essere madre?

Ad essere indulgente con me stessa e con gli altri. E’ stata la più grande lezione di umiltà della mia vita.

  • Hai qualche consiglio per neomamme o future mamme?

Non createvi aspettative, di alcun genere. Concedetevi di vivere la vostra unica relazione con vostro figlio e fate solamente scelte che vi corrispondono, non scelte che vi sentite in dovere di fare.

  • Se dovessi riassumere la maternità in una parola quale sarebbe?

Sfida

  • Raccontaci una storia divertente su tua figlia

Primo giorno di inserimento all’asilo nido. Io, nel classico stato di prostrazione “come farà senza di me” tento ripetutamente di tranquillizzarla prima di andare via. La saluto, verbalizzo, anticipo, come ogni buon manuale mi ha insegnato. Mia figlia mi degna di sovrana indifferenza ma, chiaramente turbata dal mio fuori luogo accoramento per un semplice saluto, afferra una palla colorata, me la consegna con compassione e se ne va.